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Allantoina

 

L’allantoina è un valido anti-ossidante, e come tale combatte i radicali liberi, cioè i metaboliti dannosi dell’ossigeno.
Questo piccolo concetto chiarisce una volta di più che non esiste nulla in natura che faccia soltanto bene, o soltanto male. L’ossigeno è per esempio indispensabile per la nostra vita, ma intanto crea i radicali liberi, che, se non contrastati, accelerano alcuni processi dannosi, come l’invecchiamento e la senescenza.
 
Ma tornando alla nostra allantoina, qual’è l’aspetto con cui si presenta? E’ una polvere cristallina bianca, gradevole a vedersi. La si può sintetizzare chimicamente, ma può anche essere ottenuta da alcune larve di lumaca: le larve della Lucilia sericata. È, per la precisione, una delle sostanze attive che si ricavano da queste larve. Per sostanze attive intendiamo quelle molecole dotate palesemente di proprietà farmacologiche o cosmetiche.
 
Dal punto di vista scientifico, molto onestamente ammettiamo di non sapere a cosa è dovuto il suo potere rigenerativo.
 
Se si medicano delle ulcere cutanee con un unguento a base di PoliEtilenGlicoli (preferiamo il nome completo alla dizione abbreviata: PEG ) e di allantoina, questo tipo di unguento rilascia in modo volutamente lento l’allantoina , che ha su questo tipo di lesioni un effetto rigenerante. Infatti l’ulcera granuleggia: emette cioè dal suo fondo dei bottoncini di colore rosso vivo, a guisa di piccole escrescenze.
Questi ultimi sono i bottoni di granulazione, i quali rappresentano la rigenerazione del tessuto cutaneo, che avanza in modo vittorioso e implacabile per colmare la soluzione di continuo che si era creata, in seguito ad un deragliamento metabolico. Il risultato finale è un’accelerazione della rigenerazione cellulare. Ma come avviene? E perché?
Con quale meccanismo d’azione? Non esiste ancora nel Pensiero Scientifico attuale una serie di risposte valide a questi 3 interrogativi. L’unica cosa che possiamo affermare, con tranquilla sicurezza, è che l’allantoina è un metabolita (cioè un prodotto di derivazione, nella biochimica del nostro organismo) derivato dall’acido urico, e che quindi è giusto chiamarla una ureide. Si scinde dalla molecola dell’acido urico senza che intervengano degli enzimi. Infatti la scissione è mediata da radicali liberi (i metaboliti dannosi dell’ossigeno ), tra i quali primeggia il superossido.
Secondo alcuni Autori, anche se non tutto il Pensiero Scientifico attuale è d’accordo, la derivazione di questa ureide dall’acido urico dimostrerebbe ulteriormente la pur discussa capacità dell’acido urico di fungere da antiossidante alle normali concentrazioni in cui arriva nei tessuti umani.
L’allantoina infatti, che deriva dall’acido urico, è una molecola antiossidante. Ricordiamo che si intendono come antiossidanti tutte quelle molecole che contrastano i radicali liberi, cioè i metaboliti dannosi dell’ossigeno. Se dunque chiamiamo A l’acido urico, e B l’allantoina, possiamo dire che B si scinde da A. Allora, se B è un’antiossidante e B si scinde, per formarsi, da A, è ragionevole affermare che è molto probabile che anche A sia un’antiossidante.
 
E veniamo ad un’altra interessante caratteristica dell’allantoina: alcuni pregevoli studi di alcuni anni fa hanno messo in luce come nel plasma dei pazienti sofferenti di malattia coronarica cronica compaia la molecola dell’allantoina. Anche in questa malattia, mettiamo a fuoco alcuni dettagli, per cercare di capire qualcosa di più sull’allantoina. La malattia coronarica cronica riveste una gravità intermedia tra l’angina pectoris, caratterizzata da episodi acuti, e da fitte dolorose improvvise, e l’infarto del miocardio, che costituisce addirittura una necrosi del miocardio.
Nella malattia coronarica cronica, a metà tra questi due estremi, c’è un’abbondanza di radicali liberi, che documenta uno stato palese di infiammazione del tessuto coronarico, cioè delle arterie che irrorano la zona cardiaca. Anche se, è ovvio, non ci sono così tanti radicali liberi come nell’infarto cardiaco. Concludendo, la comparsa di allantoina nel plasma dei pazienti che soffrono di malattia coronarica cronica, sembrerebbe un chiaro tentativo del nostro organismo di aumentare le capacità antiossidanti del plasma, e cioè della parte liquida (e non corpuscolata ) del nostro sangue.
 
Ed infine, sempre contemplando le virtù dell’allantoina, dobbiamo ricordare che secondo alcuni ottimi studi del 2008 [ Shalbaf M et all.: “Presence of epidermal allantoin further supports oxidative stress in vitiligo. “ Exp Dermatol. 2008 Sep ; 17(9): 761-70. ] le sue concentrazioni plasmatiche sono maggiori nei pazienti affetti da malattie autoimmuni come vitiligine, malattia di Behcet, ed artrite reumatoide. Anche questo elemento starebbe a confermare ulteriormente le capacità antiossidanti di questa molecola.
 
Se quindi teniamo conto di queste obiettività innegabili , non sembra affatto errato incorporare, da parte dei farmacisti , una certa quantità di allantoina nelle creme anti-infiammatorie, né illogico da parte delle grandi ditte che producono cosmetici , includere una giusta percentuale di questa molecola in tutte quelle creme ed in tutti quegli unguenti che , applicati nelle ore serali , abbiano la funzione di alleviare, lenire e ristorare un volto stanco dalle fatiche di un giorno di lavoro. Sotto questo profilo si potrebbe parlare, e questo dell’allantoina può esserne un esempio, di cosmesi restaurativa di qualità.
 
 
In natura si trova nelle foglie di Symphytum officinale ; in concentrazioni molto inferiori nella corteccia di Aesculus hippocastanum, nelle foglie del caffè Coffea arabica e nei semi di soia, Glycine max.
 
Riconosciuta dalla farmacopea Usa (USP)  europea (European Pharmacopoeia) e britannica (British Pharmacopoeial Codex) come agente dermatologico e vulnerario.
La FDA la classifica come protettivo della pelle nei prodotti OTC con concentrazioni comprese tra lo 0,5% ed il 2%.
 
Nella cosmesi è considerata cheratolitica e riepitelizzante, al pari dell'urea, anche se a causa della scarsa solubilità in acqua viene utilizzata a concentrazioni relativamente basse.
Vari studi suggeriscono che agisca promuovendo la proliferazione dei fibroblasti e la conseguente sintesi della matrice extracellulare. 
 
Il nome INCI con cui compare nei cosmetici è: ALLANTOIN.
L'allantoina è considerata non tossica, non irritante e non allergenica; anche complessata con acido ascorbico, biotina, acido glicirretico e pantenolo risulta sicura come ingrediente cosmetico alle tipiche condizioni d'uso.

L’allantoina costituisce un valido antiossidante, ma anche un’ottima terapia per le ulcere cutanee, rappresentando in questo tipo di lesioni un valido principio attivo. Ma è anche un efficace idratante, ed ha trovato numerosi impieghi non solo in medicina (ad esempio per la guarigione di piccole ferite), ma pure nella cosmesi. Infatti una cute ben idratata è anche una cute che respira meglio, e che risente in minore misura dei danni collegati ai processi di invecchiamento e di senescenza

Marco Nicoletti e Paolo Nicoletti

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